Starting Finance, avvicinare i giovani al mondo della finanza

Parlare di finanza in un mercato sempre più contratto e complesso di questi tempi è una questione delicata e spesso assai ardua. Soprattutto quando l’interlocutore sono i giovani, le nuove generazioni, che già fanno progetti nel breve termine e si trovano a cavallo di epoche sempre più diverse e mutevoli.

Starting Finance è nata con questa sfida. Fatta da giovani continua il suo dialogo con i giovani e riesce a farsi capire e a catturare la loro attenzione, anche a chi di finanza è un po’ lento o a digiuno.

L’evento annuale Starting Finance Investment Meeting 2025 (SFIM) è un palco, un’occasione e format fatto e costruito proprio per loro, i giovani. E quest’anno si è superato, dimostrando con la nuova edizione tenutasi a Roma al Palazzo dei Congressi una presenza record: oltre tremila partecipanti, più del doppio dello scorso anno, che hanno potuto ascoltare i protagonisti dell’economia italiana e confrontarsi con loro.

Sul palco si sono alternati oltre 40 relatori tra i big dell’industria e della finanza italiana. Tra questi anche Benedetto Vigna (AD di Ferrari), Matteo Del Fante (AD di Poste Italiane), Francesco Gattei (chief transition & financial officer e direttore generale di Eni), Daniele Caprini (head of group planning and control di Enel), Gianluca Corti (co-CEO di Wind Tre), Stefano Achermann (CEO di Be Shaping the Future), Andrea Busi (AD di Directa SIM), Gianluigi Guida (CEO di Binance Italy), Carlo Cottarelli (direttore del Programma di educazione per le scienze economiche e sociali dell’Università Cattolica), Pasqualino Monti (AD di Enav) e altri.

Si è riusciti a parlare di tutto, anche di temi che, a prima vista, possono sembrare lontani dall’età del pubblico, ma che, grazie al format e al tipo di linguaggio utilizzato, Starting Finance è riuscita a comunicare al meglio: dall’etica nella finanza, startup, innovazione alla competitività italiana e made in Italy, dai dazi all’evoluzione dei mercati e alle potenzialità del settore crypto-asset, sino al rapporto tra impresa e società.

Poter accedere e girovagare per il Palazzo dei Congressi, incappando da un lato in sessioni di live trading, dall’altro in simulazioni, academy e poi workshop, arrivando fino a interventi, speech e interviste nel main stage situato al centro dell’edificio con ospiti eccezionali, è quello che un giovane trentenne ha potuto vivere, osservare, immergersi, come se stesse visitando una cittadella dell’economia e della finanza, un’esperienza unica che un millennial pieno di sogni e progetti, magari anche in fase iniziale, ha potuto sperimentare e trovare concretezza nel corso di tutta la giornata dell’evento.

Lo SFIM ha dimostrato ancora una volta che i giovani non solo vogliono capire la finanza, ma vogliono farne parte, e che le imprese, le istituzioni e i leader di settore hanno tutto da guadagnare nell’ascoltare e dialogare con loro. Come ha infatti consigliato Stefano Achermann, CEO di Be Shaping the Future azienda del settore dell’it consulting: «ciò che fa la differenza in questo mondo è lo studio, la voglia di metterci il cuore, il voler fare cose diverse. Bisogna anche essere generosi, perché la generosità ritorna sempre». E nello specifico, parlando del programma di Be Shaping rivolto ai giovani, ha chiarito la sua visione strategica: «Se noi abbiamo 100 talenti all’anno siamo in grado di accelerare la carriera al nostro interno entro un anno. Se facciamo un programma di formazione accelerato e questi 100 giovani li ‘massacriamo’, in senso buono, facendogli fare cose fuori dalla norma, queste 100 persone riusciranno ad accelerare di un anno la loro carriera. Le caratteristiche di questi giovani devono essere la testa, l’inglese, buoni studi e voti, knowledge di base per le banche, excel, e per il resto facciamo noi».

Non solo finanza in senso stretto. Allo SFIM 2025 sono state affrontate anche le sue implicazioni con la geopolitica. Ne ha parlato Francesco Gattei, che ha sottolineato come il settore energetico sia «una chiave strategica per l’Italia perché, con le sue catene industriali e logistiche, si intreccia fortemente con il tema della sicurezza nazionale e internazionale». Gattei ha però aggiunto che su questo tema serve maggiore consapevolezza, perché «negli ultimi anni il dibattito sulla transizione energetica è stato poco serio e poco tecnico, ridotto quasi a un derby tra tifoserie contrapposte». Se il processo di transizione si è rivelato più lento del previsto, per Gattei, è stato perché «per molto tempo non ha avuto una base economica e industriale, ma ideologica».

Startupbusiness ha intervistato Marco Scioli, fondatore di Starting Finance.

Qual è la visione a lungo termine di Starting Finance e in che modo eventi come SFIM contribuiscono a realizzarla?

“La visione è molto collegata all’evento: per noi è il momento di ritrovo con la community, con i relatori e tutti gli stakeholder dell’universo Starting Finance. L’evento nasce dai club universitari Starting Finance Che organizzavano delle attività sul territorio e a un certo punto abbiamo pensato ‘ma se ci sono oggi 50 persone a Milano, 70 persone a Bari, 100 persone a Roma che fanno eventi di Starting Finance, perché non ne facciamo uno unico che ritrova e fa radunare tutta la community’? Ecco come si è sviluppata l’idea dell’investment meeting. In questo si collega molto la visione a medio e lungo termine: riuscire sempre a mantenere il concetto di educazione finanziaria, di consapevolezza finanziaria e di informazione finanziaria, ma facendolo, da una parte con le istituzioni che stiamo provando a portare al nostro linguaggio, dall’altra con le aziende, che stanno iniziando a capire l’importanza del tema. La community che si ritrova sempre di più in questo evento è l’incastro perfetto di tutto questo”.

Come vi vedete da qui a tre anni?

“Noi vogliamo diventare il punto riferimento per l’educazione e informazione economico-finanziaria in Italia e per un pubblico giovane. Già siamo a buon punto e l’idea dal prossimo anno è iniziare un test di internazionalizzazione. Da qui a tre anni vogliamo espandere il modello anche su base europea”.

In quali zone e Paesi?

“In Paesi molto simili a noi al livello di alfabetizzazione finanziaria ma anche culturale, come Spagna e Portogallo. Poi c’è un tema di inglese: più che Paesi vogliamo provare a portare quello che facciamo a livello di lingua inglese, perché siamo convinti che i numeri potrebbero essere completamente diversi. Ci capita di fare tante esperienze di questo tipo: per esempio, con la nostra business school siamo stati due settimane fa a San Francisco; settimana scorsa abbiamo fatto un’esperienza alla conferenza di Buffett in Nebraska; quindi ci siamo affacciati fuori e anche fuori ci dicono ‘Guardate una roba del genere non esiste’. Non è un fatto solo italiano e solo culturale, anche se in Italia c’è un problema di educazione finanziaria e quindi è più facile attecchire”.

Quali sono gli strumenti che voi ritenete più efficaci per attrarre questi giovani?

“Abbiamo sempre fatto attività nell’università nei club ed eventi come quello di oggi, ma i volumi che si possono fare su social non sono confrontabili con nient’altro. Noi nell’arco degli ultimi 12 mesi cresciamo mediamente di duemila utenti al giorno sulle varie piattaforme tra Starting finance, Economica e Nabila. Quindi le tre realtà del gruppo e dell’ecosistema media ed è chiaro che duemila persone al giorno nuove non c’è altro posto dove le puoi trovare”.

In un contesto in rapido cambiamento tra fintech, intelligenza artificiale e sostenibilità, quali sono le prossime sfide e opportunità che Starting Finance intende cogliere?

“Andare al passo con la tecnologia è la chiave più importante per noi perché, è vero che siamo una realtà digital, social e un minimo tecnologica, però chiaramente nasciamo come una realtà media ed education, e quindi riuscire a rimanere al passo con la tecnologia è fondamentale perché a oggi noi abbiamo innovato, crediamo di aver innovato un modello di linguaggio e quindi di fare comunicazione, informazione ed educazione in un certo modo. Il rischio è che se non ci innoviamo noi stessi, tra 3-4 anni arriverà qualcun altro”.

Ecco, in questi giorni in cui si parla tanto di “ponti”, Starting Finance si è dimostrata un ponte efficace tra istituzioni, imprese e nuove generazioni, puntando su educazione, community e tecnologia, con l’obiettivo di allungare il ponte in Europa e restare all’avanguardia nell’innovazione.

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