Le dieci startup che sono state selezionate per partecipare alla nuova edizione di Women in Action, programma di accelerazione dedicato ad aziende innovative a guida femminile supportato da LifeGate Way propongono innovazioni che vanno dall’healthcare alla sostenibilità, passando per l’impatto sociale.
La seconda edizione di Women in Action, che per le aziende partecipanti è gratuito ed equity free è ideato da Elga Corricelli e Layla Pavone con l’obiettivo di stimolare la crescita di soluzioni innovative per la sostenibilità ambientale, sociale e individuale colmando il divario di genere riferito al mondo dell’imprenditoria e degli investimenti testimoniato dal Female Founder Report di CrunchBase, secondo cui le startup fondate da donne hanno raccolto circa cinque miliardi di dollari in finanziamenti di venture capital, contro i 20 miliardi ottenuti da quelle co-fondate da uomini.
A fronte di oltre 100 candidature provenienti da studentesse, imprenditrici e fondatrici di ogni età e parte del mondo, dall’Italia all’Iran, le realtà, selezionate sulla base del grado di sostenibilità, innovazione, scalabilità e forza del team, sono dieci:
- All Stent (medtech): fondata a Milano da Georgiana Olteanu, All Stent sviluppa software digital twin basati sull’intelligenza artificiale per migliorare la pianificazione pre-procedurale degli interventi TEVAR sull’aorta toracica. Il sistema aiuta i medici a selezionare lo stent più adatto per ogni paziente, riducendo i rischi e migliorando i risultati clinici.
- Rebloom (cleantech): nata a Busto Garolfo sotto la guida di Letizia Clementi, Rebloom di propone di combattere l’inquinamento derivante dagli scarti di canna da zucchero e dai rifiuti di packaging. Con un approccio cradle-to-cradle, sviluppa materiali sostenibili per il packaging, promuovendo l’economia circolare e riducendo le emissioni.
- Pausetive (femtech): sorta da un’idea di Clarice Pinto a Milano, Pausetive è la prima clinica virtuale italiana per la menopausa. Attraverso un’app e servizi di telemedicina, offre piani di trattamento personalizzati basati su dati clinici e stile di vita, integrando supporto medico, nutrizionale e psicologico. Inoltre, collabora con aziende per sensibilizzare sul tema e rendere i luoghi di lavoro più inclusivi verso le donne in questa fase della vita.
- GJ (healthcare): meneghina, grazie a un’intuizione di Elena Lo Baido, GJ ha ideato dei percorsi di cura integrati che combinano medicina tradizionale e benessere mentale. Creando team multidisciplinari, aiuta i pazienti a ricevere trattamenti personalizzati che considerano il legame tra corpo e mente. Inoltre, supporta i professionisti sanitari fornendo loro strumenti per migliorare la pratica clinica e la gestione del lavoro quotidiano.
- MeggyCare (femtech): nata da un’idea di Lara Ranzato a Montegrotto Terme, MeggyCare aiuta le donne a conoscere e preservare la propria fertilità. Offre strumenti per monitorare il ciclo e promuove l’accesso al congelamento degli ovuli in modo più sostenibile ed economico. La startup collabora con aziende e specialisti per integrare queste soluzioni nella vita delle donne, aiutandole a pianificare il futuro senza pressioni.
- Mykes (social impact): sempre di Milano, sotto la guida di da Angelica Villa, Mykes supporta la genitorialità nei primi tre anni di vita del bambino, creando legami tra famiglie. Attraverso un’app multilingue, offre orientamento, formazione e supporto per aiutare i genitori a trovare risorse utili e creare comunità di sostegno.
- In Ludus (social impact): creata a Grottammare da Laura Andrea Canals, In Ludus usa il gioco come strumento educativo per affrontare temi complessi come bullismo, diversità e inclusione. Propone giochi educativi e corsi di formazione per sensibilizzare bambini e adolescenti, rendendo l’apprendimento più coinvolgente.
- Resilhealth (healthcare): fondata a Bologna da Giulia Alboccino, Resilhealth si occupa della diagnosi e cura di malattie femminili sottovalutate come endometriosi e vulvodinia. La startup propone una clinica virtuale con medici specializzati e offre formazione per aumentare la consapevolezza su queste patologie.
- Abli (healthcare): lanciata a Torino da Beatrice Buoi, Abli è una piattaforma che fornisce informazioni aggiornate sui servizi di interruzione volontaria di gravidanza (IVG) in Italia. Digitalizzando e centralizzando i dati, aiuta le donne a orientarsi nel sistema sanitario in modo chiaro e consapevole. Il progetto mira a garantire trasparenza, accesso facilitato alle informazioni e tutela dei diritti riproduttivi.
- Echi di Persia (social impact): fondata a Roma da Reyhaneh Khakinejad, questa iniziativa sostiene le artiste iraniane contemporanee, offrendo loro visibilità e opportunità economiche. Oltre alla vendita di opere artigianali, collabora con ONG iraniane per promuovere prodotti sostenibili. Con eventi e mostre, punta a trasformare l’arte in uno strumento di cambiamento sociale, culturale ed ecologico.
“Dalle artiste iraniane alle donne che combattono l’infertilità, da quelle che soffrono una malattia trascurata dalla medicina a chi vuole contrastare l’inquinamento: le dieci realtà selezionate vogliono creare insieme una società a misura anche di donna, di qualsiasi donna, soprattutto di chi si è sentita esclusa o ignorata”, spiegano in una nota Elga Corricelli e Layla Pavone
Per tre mesi della durata del programma di accelerazione le realtà accederanno a 150 ore di formazione gratuita ed equity free, mentorship e coaching in formato ibrido a tema sostenibilità, business e comunicazione.
“Le realtà selezionate sono pronte a iniziare un percorso che non solo fornirà strumenti concreti per crescere, ma favorirà anche uno scambio continuo di esperienze e conoscenze tra donne di età e competenze diverse, tutte unite dalla voglia di innovare la sostenibilità – aggiunge Corricelli – Il nostro obiettivo è creare un network di valore e allenare un mindset trasformativo, essenziale per le fondatrici e fondamentale per chi vuole portare innovazione nelle organizzazioni”.
“Abbiamo voluto includere anche le studentesse perché crediamo che ispirare e formare le nuove generazioni sia cruciale per costruire un’imprenditoria più sostenibile e innovativa – dice Pavone – Con Women in Action, vogliamo dare a giovani donne con idee ambiziose l’opportunità di confrontarsi con realtà affermate e imparare da esperienze concrete, creando un ecosistema inclusivo e capace di generare un vero cambiamento”.
“Anche in questa seconda edizione abbiamo valutato più di 100 candidature interessanti e innovative, rendendo ancora più arduo il compito di selezionarne solo dieci per il programma di Woman in Action; queste numeriche sono l’ulteriore conferma di quanto sia fertile l’ecosistema dell’Imprenditoria al femminile e di quanto sia sempre più importante creare strumenti che ne facilitino lo sviluppo; è per me quindi un onore poter far parte anche quest’anno del programma e poter dare il mio contributo con l’obiettivo di generare sempre più valore e nuovo mindset in questo ecosistema”, conclude Frida Mura, head of sales e partnership HR solution di Archiva Group, sponsor di Women in Action.
Il programma si chiuderà il 26 giugno con un evento in cui le startup avranno l’opportunità di presentarsi ad aziende partner e investitori.
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